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Archives for April 2012

Emoticon Giapponesi

April 20, 2012 by IGadmin

Gli Emoticon sono insiemi di segni di testo, lettere e punteggiatura varia che rappresentano volti o espressioni di stati d’animo. Hanno iniziato a svilupparsi negli USA parallelamente alla crescita e allo sviluppo di internet come mezzo di comunicazione e, una volta giunti in Giappone, sono diventati un vero must nell’accompagnamento di email e messaggi di varia natura crescendo in modo del tutto autonomo.

Al giorno d’oggi ne esistono dei più svariati e in particolare quelli giapponesi sono zeppi di differenti varianti che coinvolgono più alfabeti, tra cui caratteri cinesi, cirillici e greci.
A causa del differente numero di byte che i computer giapponesi dedicano alle lettere rispetto a quelli occidentali è possibile ottenere molte più combinazioni.

Di seguito alcuni esempi di faccine giapponesi:

 

_| ̄|○ abbattuto
( T_T)\(^-^ ) conforto
(⌒▽⌒) allegro
(^O^☆♪ canta
♪( ´θ`)ノ canta
(^人^) felice
(^ ^) felice
(^◇^) cinguetta
( ̄^ ̄)ゞ fuck
(`_´)ゞ fuck
Σ(゚д゚lll) shock
!(◎_◎;) shock
d(^_^o) ok
(; ̄ェ ̄) perplesso
Σ( ̄。 ̄ノ)ノ perplesso
( ̄◇ ̄;) perplesso
(⌒-⌒; ) ascolta, ma perplesso
(。-_-。) guance rosa perplesso
ヽ( ̄д ̄;)ノ=3=3=3 perplesso e fugge
⊂((・x・))⊃ monkey
(=´∀`)人(´∀`=) diamoci il 5
☆*:. o(≧▽≦)o .:*☆ impaziente di gioia
♪─O(≧∇≦)O─♪ impaziente di gioia
(^∇^) contento
o(^▽^)o gioioso
( ´Д`)y━・~~ fumo
(´・_・`) in ascolto
(♯`∧´) arrabbiato
( ̄ー ̄) apatico
 ε=ε=ε=ε=┌(; ̄◇ ̄)┘ fuga
m(._.)m scusa
(^-^)/ ciao!
(^O^)/ ciao! con gioia
\(^o^)/ mani alzate
( ´ ▽ ` )ノ heilà!
(^ー^)ノ ciao! con allegria
(//∇//) imbarazzo
*:.。.:*・'(*゚▽゚*)’・*:.。.:* estasiato
(*☻-☻*) estasiato
(((o(*゚▽゚*)o))) ascolto musica
( ^ ^ )/□ brindiamo
v(^_^v)♪ vittoria, esultanza
♪(´ε` ) fischiare
。・゜・(ノД`)・゜・。 fugge in lacrime
ψ(`∇´)ψ esulta
ヾ(@⌒ー⌒@)ノ esulta
!?(・_・;? non ho capito
=^•ェ•^= neko
(・_・三ー_ー) no
ಠ_ಠ mi prendi in giro?

 

Facebook Emoticon

Visto l’incalzare di questo sistema di espressioni sempre più frequenti nella vita di tutti i giorni, anche facebook ha sviluppato dei comandi che consentono di accedere ad una sua rappresentazione grafica dei segni introdotti. Digitando ad esempio in qualunque parte del social network (dallo stato ad i messaggi di posta) le seguenti combinazioni, si potrà ottenere il relativo disegno rappresentativo:

 

Filed Under: Emoticon

Sarashina nikki (更級日記): Le memorie della dama di Sarashina

April 15, 2012 by IGadmin

La donna descritta in questo diario, pur condividendo gli stessi interessi culturali delle persone a lei vicine, manifesta chiare difficoltà di integrazione con la famiglia e più in generale con la gente del suo tempo. Vive ai margini della società e cerca con ansia qualcosa (i monogatari, un uomo adatto a lei rappresentato da Genji etc….) oltre a se stessa. In questo personaggio c’è qualcosa di estremamente moderno, che sembra prefigurare Madame Bovary: condannato a vivere sola gli ultimi anni della sua vita come se dovesse espiare la colpa di essere stata troppo a lungo preda delle sue illusioni.

Scritto attorno al 1060, è una sorta di autobiografia introspettiva che ripercorre la vita di una donna, dalla sua partenza da Kazusa a 13 anni, fino a quando rimane vedova. L’incipit dell’opera, descrive una fanciulla cresciuta in una remota provincia lontana dalla capitale, che ha come unico diversivo la lettura dei monogatari. L’insoddisfazione per la difficile reperibilità dei testi originali, la spinge alla venerazione di una statua del Buddha Yakushi, da lei fatta costruire, a cui rivolge la preghiera di poter un giorno tornare nella capitale, dove poter vivere le avventure delle donne di Genji.

Le sue preghiere sembrano trovare risposta quando il padre, avendo portato a termine il suo incarico a Kazusa, decide di far ritorno nella capitale soddisfacendo le aspettative della figlia.
La descrizione di questo itinerario occupa una posizione consistente dell’opera, e la cui struttura ricorda molto i diari di viaggio della letteratura classica (kikobun) ed il resoconto è così dettagliato da far credere che si trattasse in origine di un diario di viaggio a cui l’autrice ha poi aggiunto delle considerazioni personali.

Il suo viaggio è opposto a quello del suo predecessore, il protagonista dell’Ise monogatari che, al contrario della dama di Sarashina, cerca la lontananza dalla corte.
L’autrice nota che i luoghi visitati lungo il Tokaido, sono molto diversi da come descritti nella poesia dell’Ise, ponendo in luce il contrasto tra l’aspetto reale e le immagini che ne sollecitano il nome.
L’itinerario dei toponimi poetici (utamakura) sembra pronunciare la progressiva condanna dei monogatari da parte dell’autrice; per lei il viaggio rappresenta un momento cruciale nella sua vita.
Dopo l’arrivo nella capitale, inizia una ricerca dei monogatari che comincia con una donazione da parte di una conoscente della madre, e continua con il regalo di una zia dei volumi mancanti del Genji… la claustrale lettura dei monogatari sarà interrotta solo da alcuni episodi tristi che la coinvolgeranno emotivamente.

Dopo la morte del marito, capisce quanto in realtà sia stata inutile la sua esistenza passata solo a sognare qualcosa che nella vita reale non ha mai potuto ottenere, e rimpiange di essersi dedicata così tanto alla ricerca dei monogatari anziché alla dedizione di pratiche religiose che le avrebbero garantito una migliore rinascita futura. La scelta di prendere i voti e di lasciare per sempre la vita mondana si tradurrà in una vecchiaia trascorsa in profonda solitudine.

 

Aspetti degni di nota

Nel complesso questo libro può essere considerato uno 懺悔物語 (zange monogatari) ovvero una sorte di racconto confessione, che intende ammonire il lettore sui pericoli derivanti dalla lettura dei monogatari, attraverso il racconto delle esperienze dell’autrice.
Aspre critiche furono lanciate alla narrazione delle storie di Genji nel periodo Heian, così come ai monogatari in generale, accusati di essere invenzioni con effetti deleteri in cui le passioni avevano un posto di primo piano, colpevoli di distrarre le donne dalla lettura di testi buddisti in grado di salvare la loro anima. I sostenitori di queste critiche, immaginavano Murasaki Shikibu condannata all’inferno per l’opera peccaminosa di cui è autrice.
Un’appassionata difesa al genere letterario dei monogatari è proposto proprio da Murasaki, nel capitolo del suo libro intitolato “Hotaru” proprio attraverso le parole di Genji.

Elemento importante riportato in questo diario è rappresentato dall’assidua presenza di sogni considerati miracolosi responsi divini. Essi consentivano conseguenze tangibili nella vita di ogni giorno e nel corso di questa narrazione hanno quasi sempre a che fare con la fede.

Altro elemento che nel testo assume significati diversi di volta in volta (dolore, solitudine, amore) è la Luna, la cui luce accompagna la lunga conversazione tenuta con Minamoto no Sukemichi, il gentiluomo di cui la dama di Sarashina si innamora in una notte d’inverno.
Il Mumyouzoushi, uno dei primi testi di critica sulla letteratura e l’estetica giapponese, identifica la Luna come la reincarnazione di Senshi, che ricevette dal buddha Amida, il dono della luce; in base a ciò, la Luna che splende silenziosa nel cielo può rappresentare la strada per raggiungere l’illuminazione ed il paradiso d’occidente, dove la protagonista potrebbe essere accolta dopo la sua morte se fosse salvata dalle tenebre in cui è sprofondata.
Il terrore espresso dalla dama alla fine del libro è infatti quello di trovarsi anche nell’aldilà costretta a vagare sola nelle profondità di una notte senza luna.

Filed Under: Letteratura, Nikki

Nikki, diari femminili giapponesi

April 15, 2012 by IGadmin

Nel periodo Heian (794-1185 D.C.), i diari sono tra le prime opere in cui si può osservare la spontaneità, la sincerità, la purezza di una letteratura che rivela le verità più nascoste della personalità dell’autore. Inoltre il crescente interesse per i diari di questo periodo fu ulteriormente stimolato grazie all’introduzione del 私小説 (watakushi shousetsu): il romanzo dell’io, che porta all’affermazione di un tipo di scrittura autobiografica ed introspettiva.

 

Il primo esempio di letteratura diaristica femminile, 女流日記文学 (joryuu nikki bungaku) appartiene però ad un uomo: Ki no Tsurayuki, autore del 土佐日記 (Tosa Nikki), diario del viaggio di ritorno di un ex-governatore di provincia verso la capitale. Questo testo è una delle prime opere in cui, attraverso la scelta di adottare una voce narrante femminile, viene dimostrato lo stretto legame tra le donna e l’affermazione della letteratura in kana.
Con questa affermazione: “…si dice che i diari siano scritti da uomini, tuttavia io ne scrivo uno per vedere cosa una donna può fare…”, l’autore intende definire la posizione del Tosa Nikki rispetto ai diari scritti da uomini, ossia cronache ufficiali o semi ufficiali del periodo Heian annotate in cinese.

Secondo alcuni studiosi, l’autore utilizza la voce femminile per superare le limitazioni imposte dai diari scritti in cinese, mentre altri sostengono che questo espediente serva ad ottenere un effetto più parodistico.

Quest’opera ha il merito di aver aperto la strada ad un nuovo genere letterario che prendendo spunto dalle aride cronache ufficiali in cinese, se ne allontana per diventare un tipo di scrittura introspettiva, portata avanti con successo da donne impegnate a dar voce alla loro marginalità attraverso libri di memorie, come è il Sarashina Nikki.

La costante presenza della poesia, 若 (waka) è l’elemento che più contraddistingue questo genere letterario, testimoniando la tendenza ad esprimere i propri sentimenti attraverso un linguaggio poetico. La poesia giapponese è il responso universale del cuore umano alle varie esperienze che fanno parte della vita.

Filed Under: Letteratura, Nikki

Ideogrammi del IX secolo (katakana)

April 6, 2012 by IGadmin

La seguente tabella illustra come era rappresentata la forma completa degli ideogrammi del IX secolo, da cui ha avuto origine il katakana.

 

evoluzione katakana nei secoli

Filed Under: Storia




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